A chiare lettere: la disortografia

Una delle competenze più importanti che acquisiamo durante i primi anni della scuola elementare, è la capacità di scrivere correttamente. I fattori cardine che ci permettono di apprendere a leggere e a scrivere, sono : un buon metodo di insegnamento e un costante esercizio.

Alcune volte tutto questo non basta, possono persistere delle difficoltà ortografiche, o addirittura la scrittura non verrà appresa adeguatamente. Essa sarà caratterizzata da persistenti errori ortografici e da una marcata lentezza. Il quadro appena descritto può essere associato alla difficoltà di apprendimento della scrittura: la disortografia.

La disortografia è definito come un insieme variegato di difficoltà delle abilità ortografiche di scrittura, in assenza di alterazioni neurosensoriali.

L’apprendimento della scrittura inizia spontaneamente a partire dall’ultimo anno della scuola elementare (stadio logografico), durante il quale il bambino disegna le parole come se fossero un logo, senza avere consapevolezza fonologica di quella che sta scrivendo. Successivamente abbiamo lo stadio alfabetico, durante il quale il bambino scrive la parola, lettera per lettera. Le ultime due fasi dell’apprendimento della lettura sono: la fase ortografica e la fase lessicale, durante le quali si arriva a riconoscere in modo diretto le parole.

La disrtografia, può essere definita come una mancata automatizzazione della scrittura.

Gli errori ortografici che caratterizzano la scrittura di un ragazzo disortografico, possono essere classificati in tre categorie: errori fonologici, errori non fonologici e altri tipi di errori.

ERRORI FONOLOGICI
Sono gli errori in cui non è rispettato il rapporto tra fonemi e grafemi.

  • Scambio di lettere (grafemi). Esempio: bolla per polla, fino per vino
  • Omissione e aggiunta di lettere e di sillabe. Esempio: caolo per cavolo, cavolovo per cavolo.
  • Esempio: li per il, lamdapa per lampada.
  • Grafema inesatto. Esempio: pesa per pesca, agi per aghi.

ERRORI NON FONOLOGICI
Sono gli errori nella rappresentazione ortografica (visiva) delle parole senza commettere errori nel rapporto tra fonemi e grafemi (errori fonologici).

  • Separazioni illegali. Esempio: ca vo lo per cavolo, in sieme per insieme.
  • Fusioni illegali. Esempio: noneloro per non è loro.
  • Scambio grafema omofono. Esempio: squola per scuola.

ALTRI ERRORI

  • Omissione e aggiunta di accenti. Esempio: perche per perché.
  • Omissione e aggiunta di doppia. Esempio: saso per saso.

 

La disortografia può essere diagnosticata a partire dalla fine della seconda elementare. L’iter diagnostico comprende una valutazione testistica approfondita, svolta dal logopedista psicologo e neuropsichiatra infantile; questo perché, essendo ogni disortografico diverso dagli altri, è necessario avere una visione chiara del profilo caratteristico del ragazzo che individui tanto le aree di difficoltà quanto i punti di forza.

Al termine del percorso diagnostico è possibile attuare specifici percorsi di potenziamento con lo scopo di potenziare (in un primo momeno) e di compensare (in un secondo momento) difficoltà emerse.

Il ragazzo disortografico e la propria famiglia sono tutelati dalla legge legge 170/10, che dà la possibilità di usare, sia a casa che a scuola gli strumenti compensativi più adeguati e di essere dispensato da compiti non adeguati a lui, ottenere tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti scritti.

La collaborazione tra la scuola e la famiglia sono fondamentali, al fine di far vivere con serenità al bambino, tutto il percorso scolastico.

 

Bibliografia:

  • Diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento scolastico. Claudio Vio, Patrizio Emanuele Tressoldi, Gianluca Lo Presti.
  • Neuropsicologia dello sviluppo. Stefano Vicari, Maria Cristina Caselli.